10 dic 2017

Papa Francesco e Benedetto XVI, il primo amato e il secondo disprezzato - ARDUINO ROSSI

Naturalmente il papa gesuita si sa muovere bene in politica, mentre il pontefice colto e teologo dava fastidio ai poveri pennivendoli, ignoranti più  delle capre spesso: non era controllabile e quindi ecco a voi le battutine di papa Bergoglio, che piacciono tanto alla nostra stampa, che fanno sorridere i cretini, i giornalisti e i renziani, oltre a Laura Boldrini.

Di questioni di fede parla poco, anzi proprio non parla, anche se talvolta straparla, come quella volta che disse che Cristo si era fatto diavolo e serpente.
Invece di questioni politiche se ne intende parecchio, ma segue sempre la linea dei mass-media mondiali e nazionali.
Non tocca i crimini del neoliberismo, ma vuole ospitare tutti nelle periferie degradate, poi recita una preghierina alla Madonnina contro il degrado sociale.
C'è  o ci fa?
Questa domanda me la pongo dall'inizio del suo pontificato.
È  un cretino messo lì per la sua povertà  umana e intellettuale o uno scaltro che è  complice di interessi e di affari loschi?
Come disse Alessandro Manzoni "ai posteri ardua sentenza", io mi limito a denunciare strani intrallazzi clericali con il riciclaggio e gli affari sporchi nel traffico di carne umana delle cooperative cattoliche, unite in accordi di sottobanco con quelle rosse.
Ecco a voi il compromesso storico, realizzato, anche senza Enrico Berlinguer.